Cerca nel blog

venerdì 26 febbraio 2010

Quando Arisa era solo Rosalba e cantava alle feste di paese

da " il quotidiano della Basilicata"

















Il " collega" Santorufo racconta gli esosrdi con il Tami Pinto Show nelle feste di paese
Quando Arisa era ancora Rosalba

di Francesco Altavista


> La foto insieme ad una giovanissima e ancora non famosa Arisa è stata fatta nel 2000 , quando incontrai per la prima volta Rosalba che aveva intrapreso con me l’ avventura con l’orchestra “Tami Pinto Show “, facevamo piazze e matrimoni e quella era la nostra foto pubblicitaria >. A raccontare gli esordi musicali di Arisa è Antonino Santorufo, membro del gruppo cabarettistico i Tremendi con cui attualmente fa anche un programma radiofonico su Radio Eva; la foto è quella di un gruppo di amici tra cui Rosalba, in arte Arisa . > Io avevo 23 anni, lei aveva intorno ai 18 anni perché ricordo che festeggiamo con tutta la band ,quell’estate la sua maggiore età- spiega Santorufo che continua - L’avventura è durata poco più di una anno e organizzammo con Pinto un festival “ il Cantavallo”, una competizione canora a tappe nel Vallo di Diano e dintorni. Una tappa di questo festival c’è stata anche a Brienza e qui Rosalba ha cantato un pezzo di Mietta, vincendo la tappa . Era la favorita per la vittoria finale ma arrivò seconda , vinse un ragazzo di Teggiano.>> C’era un rapporto di amicizia ci spiega Antonino Santorufo >C’era un bel rapporto. nonostante i pochi anni di differenza mi chiamava : Fratellone mio . Mi considerava come un fratello maggiore. Con noi veniva anche il padre come tecnico audio ed era un simpaticone, lo ricordo con simpatia .>”
> Io nel gruppo – racconta Santorufo - suonavo il basso e cantavo. Solo una volta ci è capitato di fare un duetto sul pezzo “ Acqua e sale “ di Mina e Celentano, proprio al suo compleanno di 18 anni.. Di solito nelle serate facevamo quattro pezzi a testa , ma ricordo che io cantavo “Senza giacca e cravatta “ di Nino D’angelo e lei faceva per me la voce di supporto femminile . >
Ricordi qualche serata in particolare ?
>Ricordo una serata in una piazza sperduta a Sorianello in Calabria , una piazza piccolissima, talmente piccola che non riuscimmo nemmeno a farci fare i panini per mangiare la sera. Lì rimanemmo scioccati perché alla fine della serata ci hanno chiesto per la prima volta gli autografi. Prima volta per lei, per me anche l’ultima . Abbiamo fatto questi autografi sulle cartoline del gruppo, quindi lì a Sorianello hanno i primi autografi di Arisa.>
Quale è oggi la differenza che vedi tra Arisa e la Rosalba che hai conosciuto ?
> Naturalmente non era così come è oggi. Ricordo che era molto decisa anche all’epoca, mi diceva che mandava le cassette a Castrocaro. La voce bella , favolosa aveva la stessa impostazione che ha oggi, faceva con noi pezzi molto impegnativi , di musica italiana ma anche straniera, di Whitney Houston per esempio. Prima era una ragazza con tutt’altro stile , si vede nella foto, si truccava moltissimo. Taglio di capelli molto particolare, senza occhiali , voleva sembrare più grande della sua età. Era più magra come d’altra parte anche io , ci siamo allargati Ma era molto simpatica anche dieci anni fa e reagiva ai miei numerosi scherzi con il sorriso.>
Hai parlato con Rosalba dopo il successo?
> Ho parlato a telefono con la madre l’anno scorso , la sera della finale nuove proposte. Purtroppo non ho potuto parlare con lei perché impegnata per le prove. Mi ha mandato però i saluti , dopo una serata a Roma , “ Una voce per Padre Pio” se non sbaglio , da un mio amico che suonava nell’orchestra. Evidentemente si ricorda di me. L’amicizia con Rosalba durò anche oltre l’esperienza con Pinto , infatti lei ha suonato anche in qualche matrimonio con Agostino Gerardi in cui ho suonato anche io. Rosalba , prima che diventasse famosa , mi chiamava sempre quando capitava a Brienza e qualche volta l’ho accompagnata anche a casa. Un bel rapporto, la sentivo come una bella amicizia E’ una ragazza sincera che dà molto valore all’amicizia.>

sabato 13 febbraio 2010

LA storia di un trionfo proletario che si realizza con la Bellezza dell'arte

da " il quotidiano della Basilicata"

Francesco, la classe operaia va al festival


di MARGHERITA AGATA


E’ ANCORA sorpreso ed emozionato. Francesco Triunfo, di Miglionico, 42 anni appena compiuti, nella vita geometra, musicista nell’anima, sarà sul palco dell’Ariston. Un sogno che si realizza, proprio quando aveva deciso di chiudere con le sette note, mettendosi alle spalle circa vent’anni di concerti e serate con gli Opinea, la prima band etnofolk interamente made in Lucania. Idealmente sul palco ci saranno anche loro con lui. Per una strana combinazione del destino, Francesco è stato “reclutato” a poche settimane dal Festival di Sanremo per far parte dei solisti dell’Orchestra Popolare italiana che, nella serata degli ospiti, insieme ad Ambrogio Sparagna e Maria Nazionale, canteranno con Nino D’Angelo, in gara tra i big con il brano “Jammo Jà”. Mancava la Basilicata nell’ideale giro d’Italia immaginato da Sparagna per l’amico D’Angelo. “Chi meglio di Francesco?” ha suggerito un’amica comune a Sparagna. Detto fatto. «Al maestro Sparagna - racconta Francesco - è stato sufficiente ascoltare un paio di canzoni degli Opinea che gli ho inviato via internet per “scegliermi”». E’ capitato tutto in fretta. In maniera semplice, naturale. «Quando Sparagna mi ha chiesto di andare a Roma - prosegue Francesco - pensavo fosse per un provino. In realtà mi sono ritrovato di fronte Nino D’Angelo in persona, con Maria Nazionale, Ambrogio Sparagna e gli altri cinque ragazzi dell’Orchestra Popolare pronti a provare il brano di Sanremo». Un sogno ad occhi aperti per Francesco Triunfo, abituato, come ama dire di se stesso, “a sporcarsi da sempre le mani con il lavoro”. «Superato lo choc iniziale - dice Francesco - mi sono preoccupato di una sola cosa: dare il meglio di me e ripagare la fiducia accordatami da un grande della musica popolare come Ambrogio Sparagna». Fiducia ricambiata dal momento che Francesco eseguirà la prima strofa del brano e un ampio assolo. «Una responsabilità enorme- ammette Francesco - per due ragioni: canto per un altro artista che sta affrontando una gara e soprattutto lo faccio nella lingua della mia terra. A Sanremo canto le nostre radici». Prove? «Le faccio la mattina sotto la doccia, ripassando in mente la mia parte» - rivela Francesco. Com’è noto, infatti, la melodia delle canzoni in gara deve essere rigorosamente top secret fino al momento dell’esecuzione sul palco del Festival di Sanremo. Pena la squalifica. «Non me lo perdonerei mai - dice Triunfo - il testo scritto da D’Angelo è bellissimo. Per non parlare della musica, poi. Un grande pezzo di world music che esalta le diverse vocalità e l’organetto del maestro Sparagna». Ma a Sanremo, quest’anno, Francesco Triunfo non sarà l’unico lucano a partecipare. Tra i big ci sarà Arisa, la mattatrice della passata edizione con la pluripremiata “Sincerità”. «Mi farebbe piacere conoscerla - dice Francesco - anche se interpretiamo generi musicali diversi, la comune origine ci unisce. E poi Arisa incarna la speranza dei tanti giovani talenti che in Basilicata fanno musica e provano con difficoltà a emergere. Arisa ha dimostrato che i sogni se si coltivano con caparbietà poi si realizzano». Ed in qualche modo è quello che farà anche Francesco che, nonostante Sparagna lo voglia nell’Orchestra Popolare anche dopo Sanremo, a pochi giorni dalla ribalta del Festival, non vuole saperne di lasciare il suo lavoro alla Coserplast, dove progetta infissi in alluminio. Il successo, la luce dei riflettori, sì. Ma le cose che contano sono altre. A Francesco l’emozione più grande, più che Sanremo, l’ha regalata la moglie Mary Elsa che, lo stesso giorno dell’ufficialità della partecipazione al Festival, gli ha annunciato l’arrivo del loro primo figlio.

sabato 6 febbraio 2010

Intervista a Raul Cremona

da " Il quotidiano"


Tre serate con Raul il Mago della Risata





di Francesco Altavista





Marsicovetere - Continua la rassegna teatrale “ Le Valli del teatro” con tre appuntamenti tutti da ridere : il 5 febbraio al cine- teatro Eden di Marsicovetere , il 6 al Teatro Anzani di Satriano di Lucania e il 7 Teatro Pino Di Moliterno. In scena Raul Cremona con il suo ultimo spettacolo Hocus Molto Pocus. Raul Cremona si confida in esclusiva con “ Il Quotidiano” in una breve intervista gentilmente concessa.
Cosa ci può dire dello spettacolo che presenterà nella rassegna lucana cioè “ Hocus Molto Pocus”?
Lo spettacolo nasce da una collaborazione con il mio regista Raffaele De Ritis ed è uno spettacolo
che continua la serie dopo “ Metafisico e metà fa schifo “ e “Sim Sala Min”. Sono dei recital costruiti su misura, rappresenta un po’ quelle che sono le miei passioni, le miei inclinazioni sceniche e poi i personaggi che la gente conosce tramite Zelig. C’è una prima parte dominata da uno spettacolo di magia. Una seconda parte di personaggi televisivi, come Omen , Jacopo e Silvano il mago di Milano. E’ uno spettacolo divertente e leggero che tende a coinvolgere il pubblico, con i miei personaggi più conosciuti e trucchi di magia.
Il matrimonio tra magia e risata è un po’ la sua caratteristica. Cosa hanno in comune ?
Hanno in comune lo stupore. La risata ti colpisce perché il brano comico nasconde la comicità per poi farla uscire a sorpresa. Questo fatto è comune, il prestigiatore sembra che spieghi il gioco al pubblico ma in realtà fa tutt’altro e stupisce. Credo sia un connubio giusto, certo la comicità non deve ammazzare la magia e viceversa. Io tento di non mostrare la parte seriosa della magia. Il pubblico ride per una battuta e magari può apprezzare anche un trucco di magia ben fatto. Questa è un po’ la mia volontà.
Sbaglio se dico che in questo spettacolo lei è attore , prestigiatore e cabarettista?
Sono un po’ cabarettista , un po’ mago e un po’ attore. Un uomo di spettacolo deve essere un po’ tutto. Spesso ci troviamo di fronte ad artisti che fanno sempre le stesse cose, dicono le solite cose. Quello che faccio io è un po’ di monologhi, coinvolgimento del pubblico, giochi di prestigio, battute , canzoni e poesia. Cerco di mettere dentro un po’ di tutto, quello che serve a restare sul palcoscenico, sperando che il pubblico non si annoi.
C’è una relazione tra l’aumento di cabarettisti televisivi e la crisi del teatro?
Il teatro è da sempre in crisi. Oggi ancora di più perché i costi sono tanti. Sarebbe più razionale non fare teatro e guadagnare in altri modi, come per esempio la televisione , si spende poco e si guadagna. Però io penso che uno deve pagare il debito, è il teatro il luogo naturale per il mio mestiere. Il teatro classico di prosa è in crisi , il cabaret considerato comunemente minore ha due facce, da una parte vien preferito dal pubblico dall’altra proprio per questa amore della gente, riempie i teatri e con gli eventuali abbonamenti si dà giusto rispetto anche ai classici.
Secondo lei , tenendo conto del mestiere di comico, Cosa è la Bellezza?
La Bellezza e rivelare ciò che è naturale. Il lavoro del comico della Bellezza e cercare di riprodurre questo miracolo naturale , attraverso al risata e il gioco, attitudini naturali dell’uomo. E’ l’assoluta naturalezza della risata;come il pittore usa i suoi colori , il comico cerca la leggerezza delle risata per dare giustizia alla Bellezza della vita.
Progetti?
Deve finire Zelig, poi il tour di Hocus Molto Pocus che finirà a Napoli. Ho intenzione di dedicarmi alla magia , presenterò insieme a Mr Forest, il festival di magia di Saint Vincent a cui parteciperanno prestigiatori anche statunitensi. E poi aspettiamo l’anno che verrà, suggerirà altre cose, questo mestiere è così.

lunedì 1 febbraio 2010

Due letti per un Marito con Barbara Chiappini, Gino Cogliandro e Guido Palliggiano

da " il quotidiano della Basilicata"


Bravi gli attori, esilarante l'intreccio
Tutto esaurito per Barbara & Co.

di Francesco Altavista

Sasso di castalda - Tutto esaurito al Teatro “Mariele Ventre” di Sasso . Teatro gremito per lo spettacolo scritto dalla penna sagace di Guido Palliggiano: “Due letti per un marito “, opera che ha divertito con una serie di intricate ed interessanti metafore unite a delle immagini pirandelliane . L’amore, la gentilezza, la cura delle persone insieme alla verità assumono un valore relativo: la menzogna paradossalmente è più reale della verità. Un commedia che con straordinaria audacia non ha paura del tema sessuale, si trasforma in alcuni momenti in sitcom in altri mostra i migliori elementi della commedia sexy all’italiana. Sorprende piacevolmente a metà della prima parte dello spettacolo, l’uscita in lingerie della bella Barbara Chiappini, nella commedia una trasgressiva spagnola che però spesso perde l’accento tipico della lingua neolatina. I merletti, un corpo mediterraneo di indubbia avvenenza e ciò che si vede sia al lato A che al lato B creano un sicuro momento di stasi commemorale sia nel pubblico maschile in devota contemplazione che nel pubblico femminile incomprensibilmente estasiato. Presenti che si perdono nei artifici scaltri del copione che da metafora sessuale, passa in un attimo a quella della vita e poi ad un'analisi antropologia e filosofica dei comportamenti umani. Due matrimoni incompleti che creano una serie divertente di intrighi; interessante la scelta di Mara Ottaiano come Bice la prima moglie del protagonista: la donna bionda ,comprensiva, materna e non trasgressiva che però dotata di una bellezza almeno pari a quella dell’altra protagonista e capace di indossare una vestitino molto corto nella prima parte e un tailleur mozza fiato nella seconda, riesce a tratti ad oscurare piacevolmente la storia e gli altri personaggi, tra cui anche l’esplosiva Barbara Chiappini, rendendo ancor più pirandelliana la situazione. Ottima la prestazione di Guido Palliggiano e il grande Gino Cogliandro. Ottimo il voto anche per Arduino Speranza, Salvatore Esposito e Ida Anastasio. Il gentilissimo e bravo Gino Cogliandro si intrattiene a fine spettacolo per qualche battuta con il quotidiano.
Il copione?
è un buon testo – dice – perché è un copione scritto pensandoci su, riflettendoci, cercando di essere moderno ed attuale. Questo è un ottimo copione perché abbraccia un po’ tutta la fascia di età degli spettatori .E’ scritto con intelligenza da un uomo che sa usare molto bene la penna.
Un giudizio da esperto attore su Barbara Chiappini e l’uso della sua bellezza?
La bella attrice spinge sia la stampa, il pubblico e gli addetti ai lavori a venire a teatro. Molto spesso, però l’avvenenza non si sposa con la qualità . Barbara è un caso più unico che raro. E’ una ragazza molto bella naturalmente, molto disponibile, molto simpatica e una grande professionista e si è impegnata moltissimo nelle prove, credo che sul palcoscenico stia dimostrando che non gioca a fare la bella e basta ma è un attrice consapevole di quello che sta facendo