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venerdì 3 agosto 2012

Nabil e i Radiodervish : Contaminazione tra culture e tradizioni diverse

da " Il quotidiano della Basilicata"

Notti al castello con Nabil 






di Francesco Altavista 



Brienza –  Riparte la manifestazione  “ Notti al castello – anni ribelli” , dal tre al cinque agosto, nel fantastico borgo e castello burgentino. Ci sarà musica, mostre,teatro, divertimento ma anche  riflessione portando al pubblico argomenti che diversamente non arriverebbero. In quest’ottica anche il concerto d’apertura con i “Radiodervish”,ingresso gratuito  a partire dalle  22:30 al Fosso dello Spineto. Nabil il leader della band ma anche finissimo intellettuale, si concede  per un’intervista, in anteprima per “ Il quotidiano della Basilicata”.  
Maestro, “XL” di Repubblica è uscita il mese scorso in edicola con una raccolta dei Radiodervish. La raccolta porta un titolo particolare “ Dal Pesce alla luna”. Che significato ha questa raccolta ?
 Con questa raccolta celebriamo i nostri 15 anni di attività musicale. “Dal Pesce alla Luna” da una parte mostra  la nostra trasformazione e crescita musicale e dall’altra  ricorda anche la trasformazione di questo Paese negli anni, in quindici anni. Un confronto con la nostra storia che partiva da due mondi   oriente ed occidente  forse dialoganti ma non compenetranti come invece poi sono diventati,  in modo da offrire una nuova identità culturale e musicale, un nuovo linguaggio cantautorale mediterraneo, che è una definizione che amiamo attribuire alla nostra musica. 


In questa raccolta c’è anche un inedito “ In fondo ai tuoi occhi”. Perché scegliere proprio questo brano per anticipare il nuovo disco di inediti?
“In fondo ai tuoi occhi” anticipa il nuovo lavoro  che uscirà ad autunno, l’abbiamo voluto mettere perché è un brano attuale che racconta un po’ il nostro mondo. Nel quale finalmente si riconosce  una struttura che ha dato all’umano un   volto di  consumo, che costringe ad alimentare il sistema mangia uomini e mangia vita.  Ci sembrava il pezzo più indicato dopo averi visto  le manifestazioni nelle grandi città del mondo. E’ un disco che parla delle grandi trasformazioni, interne per noi ed esterne per il mondo con il quale interagiamo.
Maestro lei vive in Italia da tanti anni,  in queste trasformazioni come si deve comportare la nostra nazione?
L’Italia deve rendersi conto della sua vocazione , quella della fonte dell’accoglienza, di comunità mondiale . Deve seguire la sua strada di  patria di convivenza. L’Italia si deve rendere conto a cosa è chiamata, ha una posizione privilegiata nella convivenza tra diversità, potrebbe diventare esempio per il mondo. Ha questo interessate ruolo fonte di integrazione ma anche  luogo di sperimentazioni e di soluzioni.
Lei ha sperimentato,personalmente il confronto con  culture diverse, da quella araba a quella greco ortodossa e poi italiana . Come è riuscito ad accogliere queste culture e tradizioni diverse?
 Avere l’accesso e  sperimentare la poesia tra i mondi è stata possibile grazie alla contaminazione. Io non credo alla purezza delle cose, dobbiamo essere capaci di ricrearci e rigenerarci in una perenne  contaminazione. Se la propria cultura è capace di aprirsi al diverso diventa rigenerazione dell’umanità. Detto ciò durate questi anni ho capito non soltanto di  sapere di più sulla cultura del Paese  che mi ha ospitato e del quale sono diventato parte, ma mi è servita per ripercorrere  le mie origini arabe da un’altra posizione ,mi ha permesso di scoprire  delle  sfumature che non avevo notato. E’ una posizione che mi ha fatto vivere in una specie di   idillio culturale.


Maestro, come ha vissuto  la seconda primavera araba?
 Temo molto gli effetti di questa seconda primavera araba perché  già vedo i giochi di potere che puntano a rubare, a perdere di nuovo tutte le premesse della rivoluzione per le  quali in molti  hanno sacrificato le proprie vite. Ho parlato con i giovani rivoluzionari  per strada, con degli intellettuali, avevano tutti delle grandi speranze Vedere poi i risultati delle elezioni mi allarma tantissimo, temo che per la seconda volta, questa speranza venga  rubata alla popolazione
Maestro lei ha origini in una delle famiglie arabe più antiche la stessa di Maometto. Alla sua famiglia nel 1948 dopo l’istituzione dello stato di Israele,  sono stati tolti i propri  terreni, un terribile paradosso vive da anni in quelle terre….
La storia è piena di paradossi, questo è molto particolare più di 60 anni che esiste il problema, fino a molto tempo fa è stato ignorato. La cosa essenziale in questo conflitto è ricostruire una memoria storica. Bisogna ricostruire una esatta immagine storica, fatto questo si può passare ad una conciliazione, c’è tutta la buona volontà del popolo, ma si è fatto di tutto per distogliere l’attenzione da ciò che è funzionale al processo di pace.
Nabil, lei è anche stato giornalista ed ha raccontato per la televisione araba diversi eventi con occhio occidentale, tra cui l’l1 settembre. Cosa è successo per lei quel terribile giorno?
E’ prima di tutto  una tragedia umana. Poi ha cambiato il mondo, un nuovo concetto di potere mondiale, una nuova politica  di controllo sistematica del mondo. Il  potere ha avuto legittimazione popolare all’uso di nuove tattiche e  mezzi  per direzionare il mondo secondo i suoi interessi. La tragedia è stata usato per avallare i controllori al nostro mondo. Io credo che ci debba essere un altro in un modo diametralmente opposto, 11 settembre culturale per costringere il mondo a tornare  alla misura d’uomo. Il mostro chiamato mercato e finanza ha trasformato gli uomini in pile che alimentano il sistema. L’uomo deve tornare al centro della vita mondiale  e dell’interesse globale.
Concludiamo. Cosa è la Bellezza?
 La Bellezza è come una luce che illumina il buio e ci porta verso i luoghi dove il cuore e la mente si sentono in pace, in armonia. Ci porta dove ci si sente parte di una creazione  più grande che ci sprona ad essere attivi, felici. La Bellezza è la realizzazione e il compimento dell’amore.     
          


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